Ozono e Covid-19: come sanificare gli ambienti?

L’ozono viene descritto da molti come una soluzione per sanificare gli ambienti, in questa Fase 2 del periodo Covid-19.
Sarebbe semplice (ma semplicistico) cavalcare l’onda del momento e accodarci a quanti ritengano che gli ozonizzatori siano la scelta più adatta per sanificare gli ambienti. Sarebbe consolante pensare che domotica e ozono possano essere il rimedio per rendere sani e vivibili la casa o l’ufficio.
Come Team di Progetta la Domotica abbiamo preferito fermarci un momento ed informarci al riguardo. Scegliere cosa consigliare ai nostri clienti è la nostra priorità perché, pur non occupandoci esclusivamente di disinfezione, la sanificazione tecnologica può essere integrata in domotica, rientrando quindi nella nostra sfera di competenza.

Cos’è e come si comporta l’ozono?

Negli ultimi anni abbiamo sentito spesso parlare di ozono, legato al tema dei cambiamenti climatici. L’ozono stratosferico (l’ozono buono) esercita un’azione filtrante nei confronti delle radiazioni solari ultraviolette, considerate potenzialmente pericolose per la salute umana. L’ozono atmosferico (l’ozono cattivo), invece è quello che si sviluppa nelle atmosfere urbane o industriali fortemente inquinate.

Nella sanificazione ambientale l’ozono può essere usato ma rischia di risultare o pericoloso, o inutile. Vediamo perché: per fare in modo che la sanificazione con l’ozono possa essere efficace la quantità necessaria deve corrispondere a circa 4 ppm (ppm = Parti Per Milione) mantenuta per almeno 20 minuti. Questo è ben al di sopra della soglia di pericolosità per le persone, che corrisponde a 0,3 ppm per 15 minuti. Limite oltre il quale potrebbero manifestarsi sintomi come la secchezza delle mucose, tosse, emicrania… fino alla morte, con concentrazioni superiori a 50 ppm mantenute per più di 30 minuti.

Alcuni studi scientifici condotti dalla SSICA (Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari) dimostrano l’efficacia dell’ozono come igienizzante in aree industriali adibite alla macellazione della carne. I risultati sono stati soddisfacenti ma solo perché le sessioni di pulizia duravano circa 5 ore e la concentrazione di ozono era incompatibile con la presenza di esseri umani. A seguire, veniva areato il locale per almeno 3 ore, prima di riaccogliere i dipendenti. Una formula non applicabile all’interno di abitazioni o ambienti commerciali.

L’ozono è efficace per combattere Covid-19?

L’efficacia dell’ozono per contrastare il Coronavirus non è dimostrata. L’ozono è anche un potente ossidante che, interagendo con le superfici, può degradare plastica, cibo e sostanze organiche. Quindi non si tratta di una sostanza da “maneggiare a cuor leggero”.
Marco Benedetti, Presidente dell’A.N.I.D. (Associazione Nazionale delle Imprese di Disinfestazione) ricorda che “L’ozono non è ancora autorizzato in ambito civile” mentre “i compressori, che vengono venduti come la risoluzione contro il Covid-19 al massimo possono pulire l’aria, eliminare i cattivi odori, ma non sanificano gli ambienti.”

L’EPA (United States Environmental Protection Agency) è sulla stessa lunghezza d’onda e sconsiglia l’uso dell’ozono per contrastare Covid-19. Noi, come Progetta la Domotica, ci abbiamo pensato a lungo e siamo giunti alla conclusione che preferiamo non utilizzare, promuovere o installare strumenti che veicolino l’ozono, in assenza di indicazioni molto chiare da parte di Enti o Istituzioni circa la loro efficacia.
Stiamo vivendo un periodo molto difficile e qualcuno potrebbe essere portato a credere alla soluzione (apparentemente) più rapida e definitiva.
Una delle poche certezze che abbiamo è quella che il Coronavirus non è un virus aereo, si trasmette per via respiratoria o toccando con le mani contaminate (non ancora lavate) bocca, naso o occhi. La cosa importante, ed efficace, è sicuramente la sanificazione delle superfici con alcol o disinfettanti e l’areazione degli ambienti.

La sanificazione tecnologica e la domotica

Grazie alla domotica è possibile gestire un corretto processo di sanificazione degli ambienti. Tra gli strumenti più utilizzati ci sono le lampade UV. Le loro caratteristiche antibatteriche e antivirali vengono sfruttate per la sterilizzazione e l’igienizzazione di ambienti e superfici.
Essendo nocive per gli esseri umani è bene usarle in ambienti vuoti. A questo può pensare la programmazione domotica: un sensore di presenza attiverà le lampade UV solo quando in casa, o in ufficio, non circolano persone né animali.

Sistemi di areazione con UV per purificare l’aria

Per rendere salubre l’ambiente si possono predisporre, o revisionare, sistemi di ricircolo o di ventilazione dell’aria. È possibile progettare la domotica in modo che assorba l’umidità dai locali che ne contengono di più (cucina, bagno…) e la sfrutti per scaldare l’aria proveniente dall’esterno. Oppure strutturare sistemi in grado di rinfrescare l’aria calda in entrata, depurandola. I virus non si filtrano ma è possibile filtrare le goccioline su cui potrebbero essersi posati.

Queste feature, che richiedono intelligenza e interazione con l’ambiente, sono strettamente collegate alla progettazione domotica. La possibilità di gestire il ricambio dell’aria in assenza di persone o in accordo con le temperature interne ed esterne dei locali permette di creare scenari di comportamento personalizzati.

Come ripensare i sistemi di areazione in ottica Covid-19

Ci è capitato di notare spesso che in alcuni ambienti non sono presenti adeguati ricambi d’aria. Oppure che i ricambi presenti prevedono, per questioni di risparmio energetico, il ricircolo di oltre 3/4 dell’aria.
Questo poteva andava bene prima del Covid-19 ma adesso è tempo di ripensare questi impianti. Pur mantenendo come obiettivo il risparmio energetico è bene aggiornare questi impianti.
Sistemi filtranti e recupero di calore con maggiori ricambi nelle ore calde o in assenza di personale, concorrono alla realizzazione di impianti domotici più efficienti. Questo può aiutare nell’ottica di ridurre le concentrazioni di contaminanti, compreso il Covid-19, nell’ambiente.

L’aria condizionata nell’estate al tempo del Coronavirus

Con l’avvento della stagione calda e l’accensione dei sistemi di condizionamento, si rende necessario un sistema di riduzione dell’umidità, veicolo dei droplet che potrebbero trasportare il virus.
Il principio su cui si basa l’aria condizionata è quello del rimettere in movimento sempre la stessa aria opportunamente raffreddata e deumidificata.
In questo momento di grande difficoltà sarebbe meglio predisporre filtri migliori, arricchiti dalla tecnologia Uv, in grado di fermare il virus che ci sta tenendo sotto scacco ormai da mesi.

Un’alternativa può anche essere quella di utilizzare aria proveniente dall’esterno da immettere nell’ambiente chiuso dopo essere stata pulita e filtrata. Sembra un consiglio banale ma spesso si è portati ad immaginare l’aria esterna come fonte di pericoli e quella interna come sicura.
I detersivi, le vernici e alcuni elementi interni alle abitazioni possono veicolare più agenti inquinanti di quanti non ne agevoli l’apertura di una finestra.

La posizione di Progetta la Domotica nei confronti della sanificazione degli ambienti

Consapevoli di scegliere la via attualmente meno battuta in Italia, il nostro Team si associa all’EPA, all’International Ozone Association e ad Altroconsumo nel sostenere che la sanificazione, nello specifico quella delle superfici, deve essere fatta con i prodotti la cui efficacia contro il Covid-19 è dimostrata e documentata.
Meglio utilizzare, consapevolmente e secondo le precauzioni specifiche, alcol, ipoclorito (il principale componente della candeggina) o il perossido di idrogeno.
Purtroppo si tratta di prodotti chimici che, se usati in malo modo, possono risultare pericolosi per esseri umani e animali. Raccomandiamo quindi la massima attenzione.

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